Mi chiamo Francesco Galifi sono nato a San Donà di Piave (Ve) il 4/10/1958 sigh faccio il mezzo secolo quest'anno. 3 anni di ragioneria con ogni giorno la sofferenza di entrare a scuola.
Nel 1975 ribellione in famiglia e convinco papà a farmi fare una scuola professionale di "grafica" in realtà era una scuola che preparava ad essere "Cartellonisti" quindi tutto era pratica, serigrafia, camera oscura, disegno pittorico e geometrico, costruzione di caratteri (ora si chiamano font) calcolo delle spaziature (Kerning) si usava il tiralinee (quell'archetto che vendevano con i compassi) tubetti di tempera e caratteri trasferibili. Esco da questa scuola di Udine con il voto migliore (modestia a parte Il migliore da almeno 10 anni) e mi rilasciano una qualifica di: "Grafico pubblicitario et cartellonista fotografo"
L'esperienza è stata eccezionale, il mio insegnante di disegno (Rosso Augusto) lo cito perche lo merita, era stato cartellonista negli USA e Canada, aveva la mano fatata, sia con le Ecoline (chine) sia con i tubetti di tempera, copiava una foto in bianco e nero con un pennellino di martora su un bristoll e a 50 cm. di distanza nessuno riconosceva l'originale dalla copia. Era un grande, peccato non ci sia più. Altri 2 professori insegnavano anche all'Istituto Artistico e avevano 2 stamperie d'arte, io avendo una cameretta a Udine dopo cena li andavo ad aiutare a "tirare" copie in serigrafia o in calco/litografia, a preparare con la ceretta e il nerofumo le lastre, a bagnare i fogli per tirare a calco sul torchio. Ho aiutato artisti veri, da Treccani a Fred Pittino e molti altri che non ho conosciuto perchè ‚ venivano solo a "firmare" le copie tirate di notte. Qualche "Prova d'autore" l'ho guadagnata.
Salto il '76 (terremoto del friuli), mi diplomo e regalo 12 mesi alla patria come pilota di mezzi anfibi nel corpo dei Lagunari battaglione Sile a Venezia. Congedo nell'aprile 1979 e a maggio apro in proprio la mia ditta, si chiamava Metagraph. Un compressore da 30 litri, 2 pennellesse, 2 pennelli, qualche rotolo di nastro in carta, un episcopio comprato dall'ultima pagina del Monello,
(era un giornalino che in ultima pagina pubblicava un inserzione della Govi Import che vendeva gli occhiali a raggi X, le fragole rampicanti, gli omini rana da seminare nell'acquario e anche l'episcopio). Si facevano i cartelli in Masonite con il telaio in cantinelle d'abete, si pitturava con il lavabile da esterni, si mascherava con il nastro da carrozzeria che trovavamo in altezza di 25 cm. si intagliava a mano e si dipingeva tamponando con il pennello.
I rendering all'epoca si facevano a mano, con pennello e fantasia, i "font" erano stampini in cartoncino di varie altezze, l'adesivo si chiamava D.C. Fix rotolini da 15 metri in altezza di 45 cm. nati per foderare i cassetti, altri tempi.
Si facevano maschere con la carta "giallina" lasciando i ponticelli per tenere insieme le parti interne delle lettere, e per fare le scritte grandi si faceva lo
"spolvero" come faceva Michelangelo per disegnare negli affreschi. facciamo un salto nel tempo.
1986 compero la stazione grafica dall'APA: PC 80/88 Plotter Houston da 33 cm. Tavola grafica 12 font residenti nel programma totale LIRE 25.000.000 + IVA (Un appartamentino)
ricordo molto bene le firme in banca. Per fortuna o per merito è andata bene e sono ancora qui.
Poi è stato un susseguirsi di investimenti: plotter da taglio da 61 cm., sempre da 61 ma + veloce poi il 140 cm, poi il gerber edge, poi Roland da 137 stampa taglio, poi sempre Roland XC 540, ora una solvente puro da 320 cm. (verrà installata in settimana)
50 anni di vita, 30 da cartellonista. Sposato con la ragazza che faceva la mia scuola, una figlia di 25 anni bella come il padre (anche se la mamma ha contribuito parecchio) Ora ogni giorno arrivo in Ditta, mi faccio il caffè con la Lavazza, dò da mangiare alla micia, e con il caffè in mano mi appoggio alla colonna dell'ufficio, se c'è il sole sorrido, se invece piove o è nuvolo sorrido, perchè sò che il sole c'è.
Nel 1975 ribellione in famiglia e convinco papà a farmi fare una scuola professionale di "grafica" in realtà era una scuola che preparava ad essere "Cartellonisti" quindi tutto era pratica, serigrafia, camera oscura, disegno pittorico e geometrico, costruzione di caratteri (ora si chiamano font) calcolo delle spaziature (Kerning) si usava il tiralinee (quell'archetto che vendevano con i compassi) tubetti di tempera e caratteri trasferibili. Esco da questa scuola di Udine con il voto migliore (modestia a parte Il migliore da almeno 10 anni) e mi rilasciano una qualifica di: "Grafico pubblicitario et cartellonista fotografo"
L'esperienza è stata eccezionale, il mio insegnante di disegno (Rosso Augusto) lo cito perche lo merita, era stato cartellonista negli USA e Canada, aveva la mano fatata, sia con le Ecoline (chine) sia con i tubetti di tempera, copiava una foto in bianco e nero con un pennellino di martora su un bristoll e a 50 cm. di distanza nessuno riconosceva l'originale dalla copia. Era un grande, peccato non ci sia più. Altri 2 professori insegnavano anche all'Istituto Artistico e avevano 2 stamperie d'arte, io avendo una cameretta a Udine dopo cena li andavo ad aiutare a "tirare" copie in serigrafia o in calco/litografia, a preparare con la ceretta e il nerofumo le lastre, a bagnare i fogli per tirare a calco sul torchio. Ho aiutato artisti veri, da Treccani a Fred Pittino e molti altri che non ho conosciuto perchè ‚ venivano solo a "firmare" le copie tirate di notte. Qualche "Prova d'autore" l'ho guadagnata.
Salto il '76 (terremoto del friuli), mi diplomo e regalo 12 mesi alla patria come pilota di mezzi anfibi nel corpo dei Lagunari battaglione Sile a Venezia. Congedo nell'aprile 1979 e a maggio apro in proprio la mia ditta, si chiamava Metagraph. Un compressore da 30 litri, 2 pennellesse, 2 pennelli, qualche rotolo di nastro in carta, un episcopio comprato dall'ultima pagina del Monello,
(era un giornalino che in ultima pagina pubblicava un inserzione della Govi Import che vendeva gli occhiali a raggi X, le fragole rampicanti, gli omini rana da seminare nell'acquario e anche l'episcopio). Si facevano i cartelli in Masonite con il telaio in cantinelle d'abete, si pitturava con il lavabile da esterni, si mascherava con il nastro da carrozzeria che trovavamo in altezza di 25 cm. si intagliava a mano e si dipingeva tamponando con il pennello.
I rendering all'epoca si facevano a mano, con pennello e fantasia, i "font" erano stampini in cartoncino di varie altezze, l'adesivo si chiamava D.C. Fix rotolini da 15 metri in altezza di 45 cm. nati per foderare i cassetti, altri tempi.
Si facevano maschere con la carta "giallina" lasciando i ponticelli per tenere insieme le parti interne delle lettere, e per fare le scritte grandi si faceva lo
"spolvero" come faceva Michelangelo per disegnare negli affreschi. facciamo un salto nel tempo.
1986 compero la stazione grafica dall'APA: PC 80/88 Plotter Houston da 33 cm. Tavola grafica 12 font residenti nel programma totale LIRE 25.000.000 + IVA (Un appartamentino)
ricordo molto bene le firme in banca. Per fortuna o per merito è andata bene e sono ancora qui.
Poi è stato un susseguirsi di investimenti: plotter da taglio da 61 cm., sempre da 61 ma + veloce poi il 140 cm, poi il gerber edge, poi Roland da 137 stampa taglio, poi sempre Roland XC 540, ora una solvente puro da 320 cm. (verrà installata in settimana)
50 anni di vita, 30 da cartellonista. Sposato con la ragazza che faceva la mia scuola, una figlia di 25 anni bella come il padre (anche se la mamma ha contribuito parecchio) Ora ogni giorno arrivo in Ditta, mi faccio il caffè con la Lavazza, dò da mangiare alla micia, e con il caffè in mano mi appoggio alla colonna dell'ufficio, se c'è il sole sorrido, se invece piove o è nuvolo sorrido, perchè sò che il sole c'è.
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